Il Consulente finanziario analizza attentamente la situazione finanziaria del cliente, ponendo l’attenzione sulla qualità dei prodotti finanziari in portafoglio (spesso di difficile comprensione) sui costi e e sulla realizzazione di un asset allocation che si avvicini alle proprie esigenze. Analizza il profilo di rischio reale e gli obiettivi di investimento del cliente. Poi procede a scegliere e a tenere sotto controllo prodotti finanziari efficienti, facendo in modo di ottenere un risparmio sui costi/commissioni e risultati più soddisfacenti in termini di rischio rendimento, ottimizzando le prestazioni.

Usufruendo della professionalità di un consulente agli investimenti indipendente, per qualsiasi patrimonio, la remunerazione viene calcolata in percentuale sul capitale investito. La parcella è proporzionalmente inferiore a importi più elevati di patrimoni. Il consulente, come ogni libero professionista percepisce un compenso direttamente dai suoi clienti attraverso il pagamento di una parcella. Non vendendo alcun prodotto, non riceve nessuna commissione o retrocessione o provvigione sui prodotti da lui consigliati. Non lavora per nessuna banca, Sim o assicurazione e non è da queste retribuito.

L’approccio è sistematico; incontro preventivo, per verificare la possibilità di soddisfare le esigenze del cliente, gratuito. Analisi della situazione e preventivo, sulla base delle azioni da compiere e delle esigenze del cliente. Accettazione del preventivo ed inizio della consulenza. Il Consulente Indipendente agli investimenti è tenuto ad avere una preparazione di base in materia economico finanziaria, sostenere esami per essere iscritto ad una delle associazioni di categoria al momento esistenti in Italia e deve essere costantemente aggiornato sull’intero panorama dei prodotti finanziari disponibili in Italia. Per fare questo si avvale di società di analisi indipendenti, che gli forniscono tutti gli aggiornamenti possibili, di sofisticati software finanziari. La banca viene utilizzata per acquistare i prodotti necessari al cliente, perché nessun altro può aver questo ruolo.

Prima di tutto bisognerebbe chiedersi se la consulenza che le fanno banca e promotori è davvero consulenza, oppure se si tratta di assistenza alla vendita. La consulenza è imparziale, l’assistenza alla vendita è finalizzata a vendere appunto un prodotto. Poi bisognerebbe verificare se è vero che lei non la paga; al momento non paga loro una parcella, ma attraverso le commissioni che versa paga anche il lavoro del promotore. Infine sarebbe opportuno fare una riflessione; chiederebbe consiglio sull’acquisto di un immobile al proprietario dello stesso? Probabilmente farebbe fare una perizia, chiederebbe consulenza ad un architetto, verificherebbe le condizioni e i prezzi di mercato e così via.

Gli investimenti mobiliari vanno valutati con altrettanta cura ed è opportuno affidare tale valutazione a chi non ha interessi in gioco, cioè al consulente indipendente. Ci si dovrebbe anche ricordare che nessuno fa niente per niente e che la consulenza gratuita vale quanto la si paga, cioè nulla! Se è gratuita, c’è un fine; o è condizionata da interessi, o è frutto di incompetenza (il consiglio dell’amico al bar), o è prestata in mala fede (nella peggiore delle ipotesi e non volendo in alcun modo accusare i promotori di essere in mala fede, ma riferendosi ad esempio all’insider trading).

La risposta che viene spontanea è; non lo faccia! Chi si affida ad un consulente agli investimenti puro, e quindi indipendente, deve avere chiara la differenza tra un consiglio dato da chi è obbligato a vendere determinati prodotti per guadagnare e chi invece può effettuare una valutazione oggettiva ed imparziale nell’esclusivo interesse del cliente, che è anche il suo datore di lavoro. Il lavoro del promotore è pagato indirettamente dal cliente, quello del consulente direttamente da lui. Il promotore deve soddisfare sia l’esigenza del suo mandante (Sim) sia quella del cliente, il consulente indipendente ha un unico referente, il cliente. E’ chiaro che il promotore non potrà operare nell’esclusivo interesse del cliente, mentre il consulente indipendente ha come unica missione il proprio cliente.

L’esperienza degli ultimi anni ha indicato fortemente il bisogno di un’informazione chiara ed indipendente, obiettiva e comprensibile, in grado di aiutare gli investitori che decidono autonomamente come destinare i propri risparmi. I gestori professionali dei fondi di investimento hanno dato negli anni risultati sempre più deludenti, peggio ancora i gestori delle cosiddette Gpm e Gpf, che caricano di costi l’investitore. Oltre l’80% dei fondi comuni non riesce a superare l’indice di riferimento ! La prima regola da seguire quindi è non fidarsi ciecamente di nessuno e non firmare deleghe di gestione. Il lavoro dello studio è di aiutare il cliente (senza avere nessun conflitto di interesse) a gestire meglio gli investimenti, dedicando ad essi qualche minuto al mese. Una guida che il cliente/investitore può utilizzare come crede, seconde le sue esigenze.

Le reti di promotori finanziari multibrand (ossia che possono vendere prodotti di più case) si stanno diffondendo velocemente in Italia, così come è abusato il termine “consulenza”. In attesa che la direttiva MIfid provveda a fare un po’ di chiarezza, possiamo dire che si tratta sempre di strutture bancarie cui si è cercato di dare un volto consulenziale "copiando" alcune caratteristiche della consulenza indipendente pura, come il pagamento di una parcella. In realtà non viene prestata una consulenza reale poiché sono comunque promotori pagati a provvigione, che pur disponendo di una scelta più ampia non è completa e hanno ordini “di scuderia” da rispettare, e che sono inclini a proporre ciò che maggiormente rende loro. Oltre a ciò a volte viene anche richiesta una parcella per il servizio di consulenza, cosicché il cliente si trova a pagare sia la parcella sia le provvigioni.

Il consulente agli investimenti indipendente opera secondo il principio di riservatezza assoluta dei dati dei propri clienti, come ogni professionista d’altronde. Se il cliente si rivolge al consulente, questi ha la necessità di capire al meglio quale sia la situazione del proprio cliente e quali siano le sue necessità. Quindi non voler rivelare per intero la propria situazione è controproducente per il cliente stesso. Deve anche tener presente che le notizie che fornisce alla banca sono molto più pubbliche di quelle fornite allo studio di consulenza Consolfin, poiché il sistema bancario ha la necessità di diffondere i dati all’interno della sua enorme struttura, lo studio no. In ogni caso, premesso ciò, è una libera scelta del cliente come utilizzare i servizi offerti dallo studio. Normalmente anche il cliente più diffidente si rende conto in breve tempo che è sua convenienza essere il più trasparente possibile.

I vincoli contrattuali sono stabiliti nel contratto stesso; il contratto vale un anno, si rinnova per lo stesso periodo, il cliente ha un diritto di recesso previo preavviso di 30 giorni. nessuna clausola vessativi, nessuna penale. Il mandato non è necessario, poiché il denaro è sempre e comunque movimentato dal cliente, lo studio non compra e vende in sua vece. Non esiste una risposta precisa, perché dipende da molti fattori, sia di scelte personali che di mercato. Si può andare da zero a 10 operazioni massimo, per portafogli molto aggressivi e mercati molto movimentati. Non è necessario eseguire immediatamente le indicazioni, non è necessario quindi essere costantemente reperibili o in contatto con la propria banca. Massima trasparenza nelle operazioni da svolgere, con i consigli dello studio sempre a disposizione.

E’ bene ricordare che movimentare molto il portafoglio fa sicuramente felice il vostro intermediario, ma costa molto al cliente. Quindi le operazioni si fanno se e quando è necessario, mai per “dimostrare” una iperattività. No! Dipende dal profilo di rischio, dagli obiettivi posti e da quello che si è concordato in fase preliminare. Lo studio non ha interesse nel proporre un investimento piuttosto che un altro. L’unico interesse è quello del cliente e le valutazioni sono assolutamente indipendenti nei giudizi. No! Nessun libero professionista, nessun consulente indipendente o meno può dare tale garanzia. L’avvocato non può garantire la cliente che vincerà la causa, il medico non può garantire al paziente che guarirà.

Il codice civile la definisce una obbligazione di mezzi (fare diligentemente il proprio lavoro) e non di risultati. Chiunque garantisca un risultato, la sta prendendo in giro. Se parliamo di borsa poi, non esistono rendimenti sicuri o garantiti. O meglio, c’è il modo di assicurare o garantire il capitale o i rendimenti, e questo fa parte dei servizi offerti; ma non c’è modo di ottenere alti rendimenti garantiti con nessun costo e nessun rischio. Il consulente opera seguendo i principi di integrità, oggettività, competenza, lealtà, riservatezza, professionalità e diligenza. Il suo compenso è determinato unicamente dalla parcella erogata al cliente, come qualsiasi libero professionista, e non dalla vendita di prodotti.

 

 

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